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Joe Stanchi
Comè nata la pizza margherita
Nato nel XIX secolo, quello che abbiamo conosciuto come "pizza" è cominciato come pasta utilizzata dai panettieri per determinare la temperatura dei forni. Realizzando il suo potenziale come un pasto veloce e facile da preparare, così come un modo per sbarazzarsi di ingredienti che altrimenti andrebbero a perdere, è diventato noto come "il piatto della gente", ed è stato venduto per le strade d'Italia

All'epoca, Raffaelle Esposito, proprietario di una piccola taverna del comune di Napoli, è stata considerata da molti come il primo produttore di pizza della città. Avendo preso l'occhio della regina Margherita di Savoia, lo Chef Esposito era incaricato di preparare sia il Re che la Regina una pizza.

Un italiano veramente orgoglioso, lo Chef Esposito avrebbe usato una combinazione di pomodori, mozzarella e basilico per emulare i colori della bandiera italiana. La regina ha apprezzato molto la pizza; Ha continuato ad elogiare lo chef, rendendolo una celebrità tra i poeple. In cambio, lo Chef Esposito chiamerebbe il suo nuovo piatto la "Pizza Margherita", e così nasceva la pizza.

Nella nostra ricerca per onorare il padre della pizza moderna, le pizze di Sofia sono fatte usando solo gli ingredienti più belli. Dalla farina a mano dalle valli italiane della Campania, ai pomodori San Marzano DOP del Monte Vesuvio, i nostri ingredienti sono ciò che rende le nostre pizze non solo deliziose ma autentiche.

Per solidificare la nostra autenticità, il nostro forno a legna da 900 gradi di bruciatura garantisce che ciascuna delle nostre pizze sia cotta alla perfezione.

 

MOZZARELLA DI BUFALA CAMAPANA DOP

Derivato dal verbo "mozzare" (per tagliare), l'espressione "mozzarella" è un termine usato per descrivere il processo in cui i formaggi friabili formaggi vengono fatti a mano, utilizzando una tecnica con le dita di indice e i pollici, in singole mozzarelle.

Sofia è orgogliosa di utilizzare Mozzarella di Bufala Campana DOP, un formaggio prodotto esclusivamente dal latte di bufali provenienti dalle regioni della Campania italiana.

POMODORO SAN MARZANO DOP

I pomodori di San Marzano sono una varietà di pomodori di prugne considerati i migliori pomodori di salsa al mondo. La storia narra che il primo seme del pomodoro di San Marzano è venuto in Campania nel 1770, dono del Regno di Perù al Regno di Napoli e che è stato piantato nella zona che corrisponde all'attuale comune di San Marzano sul Sarno

Provengono da una piccola città con lo stesso nome vicino a Napoli, in Italia e sono stati coltivati ​​in terreno vulcanico all'ombra del Vesuvio. La maggior parte dei produttori di pomodori di San Marzano a Napoli sono famiglie, ognuna con una piccola trama, forse un acro.
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Joe Stanchi
Perchè la pizza mette sete?
Vi siete mai chiesti perché si dice “ma che pizza che è?” Ve lo diciamo noi: questo detto popolare deriva dal fatto che la pizza spesse volte ci risulta pesante e difficile da digerire, ecco svelato il motivo. A chi di voi non è mai capitato di mangiare una pizza e poco dopo avvertire un senso di gonfiore, pesantezza e soprattutto tanta voglia di acqua? Sicuramente è capitato a tutti almeno una volta, ma è sbagliato associare questi sintomi a “effetti collaterali” della pizza come alimento in sé. Questo perché se la pizza è preparata nel modo corretto non dovrebbe provocare alcun tipo di disagio! Al contrario di quanto si possa pensare, questi “piccoli” inconvenienti non derivano esclusivamente da una lievitazione troppo breve, ma da una maturazione insufficiente o da una scarsa qualità degli ingredienti utilizzati. Facciamo una distinzione tra lievitazione, in cui l’impasto aumenta di volume grazie all’azione del lievito che trasforma gli zuccheri e libera l’acqua e l’anidride carbonica; e la maturazione, in cui gli enzimi presenti nella farina e l’acqua scompongono gli amidi e il glutine. La lievitazione avviene di solito in tempi rapidi, è la maturazione ottimale che invece dipende da diversi fattori: farina, temperatura dell’ambiente e tempo di lievitazione. A seconda del tipo di farina utilizzata quindi si dovrà gestire diversamente il tempo di maturazione. Con farine forti la durata si allunga e di conseguenza è necessario rallentare la lievitazione e favorire i processi di scomposizione dell’amido, mantenendo l’impasto a basse temperature per un periodo da 24 a 72 ore. Se si utilizza una farina più debole invece possono bastare 8-10 ore di maturazione a temperatura ambiente. Se la maturazione quindi viene effettuata in modo corretto la pizza sarà sicuramente più digeribile e gustosa senza la necessità di dover aggiungere sale che serve a sopperire all’insufficiente maturazione e che causa quindi la sete.  
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